“Una consistenza morbida, cremosa, dolce, fresca, di un bellissimo bianco lucente: la ricotta accompagna gli italiani da tempo immemore ed è la forma stessa del latte, parafrasando uno dei capolavori di Andrea Camilleri.”
CURIOSITA’
Storia-del latticino più antico, nato da un’idea semplice ai tempi dei Sumeri e perfezionata prima dagli Egizi e poi dai Greci.
La memoria storica della ricotta si perde nella notte dei tempi, ma troviamo innumerevoli opere che raccontano questo latticino, mai come protagonista della scena, ma come tenace alimento al passare del tempo.
La ricotta nasce intorno al 2000 a.C. grazie alle tecniche di allevamento dei Sumeri che, sul finire della loro epoca d’oro, cominciano a trarre il meglio da ovini e bovini. Con la conquista da parte dei Babilonesi per mano di Hammurabi avviene il passaggio all’altro lato della Mezzaluna Fertile: l’allevamento di asini, bovini, ovini, caprini, suini, polli, oche e cavalli, esplode e “contagiando” anche l’Egitto.
Grazie agli Egizi che la ricotta viene sagomata in una forma simile a come la conosciamo oggi. L’Egitto la vende soprattutto ai marinai greci che affrontano i primi giorni di mare con un alimento fresco. I Greci col tempo imparano la tecnica casearia, la portano in patria perfezionandola, perché la ritenevano davvero irresistibile.
Nell’antica Grecia la ricotta diventa identica a quella di oggi. Amata particolarmente dai greci viene citata in uno dei passaggi più importanti dell’Odissea sulla ricotta: nel IX Libro Omero fa incontrare Ulisse con il ciclope Polifemo che, nel momento in cui vede Odisseo per la prima volta, sta proprio lavorando la ricotta. Alla vista del mostro i compagni del re di Itaca corrono verso le navi ma Ulisse si ferma a mangiare quel “rappreso latte” che stava lavorando il ciclope.
Anche nell’Antica Roma si tramanda un affascinante mito riguardante la ricotta, raccontato da Virgilio in un episodio delle Georgiche: per il mantovano la ricotta sarebbe stata scoperta da Aristeo, figlio del dio Apollo e di Cirene, una bellissima ninfa che apprende l’arte dell’apicoltura, della coltivazione dell’ulivo e della lavorazione del latte dalle Muse.
L’episodio ha come personaggi principali le api, perché le origini di Aristeo-pastore agricoltore erano nella Bugonia (Georgiche di Virgilio). Una testimonianza della ricotta nella dieta dei Romani è presente a Pompei: qui al centro del tempio di Iside, ai trova un canestro di ricotta bianca che risplende su uno sfondo azzurro .
La ricotta è uno dei pochi alimenti che va a passo con la storia dell’uomo da così tanto tempo, senza subire cambiamenti dovuti all’evoluzione. Nel Medioevo grazie all’entrata in gioco di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, che ci trasmette notizie degli insegnamenti di lavorazione ai pastori laziali-specificando dei segreti / tecniche per ottenere una ricotta prelibata.
Le testimonianze riguardanti la ricotta si perdono in tempo e vengono ritrovate grazie alle meravigliose opere e dipinti, tra i quali il celebre ” I mangiatori di ricotta di Vincenzo Campi”, conservato al Museo di belle arti di Lione risalente al 1580.
Con la diffusione delle spezie new entry nella cucina gourmet della corte di Francia con l’arrivo di Caterina de Medici sul trono, che rivoluzionò le abitudini alimentari, la ricotta viene declassata e associata alla gastronomia povera. Caterina de’ Medici ignorava che la ricotta sarebbe invece diventata un ingrediente amato e richiesto, al punto da ispirare preparazioni che non hanno nulla da invidiare ai piatti più blasonati.
E qui che entrano in scena i reali dolci siciliani come la CASSATA, che fa il suo ingresso in Sicilia intorno al X secolo grazie agli arabi che portano a Palermo limoni, cedri, mandorle, canna da zucchero e le arance amare.
Vari documenti vescovili di Mazara del Vallo del 1500 dimostrano che la cassata siciliana rappresenta una tradizione consolidata “irrinunciabile durante le festività”.